imprevisti, ostacoli e problemi

imprevisti, ostacoli e problemi

Lo stress e i problemi. Quando ci accade un imprevisto, un ostacolo o una situazione difficile, lo stress tende ad aumentare sensibilmente. Ed il paradosso è che più si è stressati, più si vive male quello che ci accade.

L’altro giorno ero in auto per andare da un cliente, molto molto importante.  Tutto regolare, ero in anticipo sulla tabella di marcia e la giornata sembrava perfetta. Quando…

All’improvviso una coda. Auto incolonnate e traffico paralizzato. Mi sono trovato in trappola, senza la possibilità di andare nè avanti nè indietro. C’era stato un incidente e le operazioni andavano decisamente per le lunghe. La persona che era con me inizia a manifestare ansia, preoccupazione ed un crescente nervosismo. Certo, la situazione era fastidiosa, ma serve a qualcosa lasciarsi rovinare la giornata così???

Come vincere lo stress di tutti i giorni

Quando siamo sotto pressione, tutto diventa più difficile. Ecco perché è indispensabile imparare a scaricare tutti i giorni le tensioni. E’ proprio nei momenti difficili che dobbiamo tirare fuori il meglio di noi stessi. Imparare a scaricare lo stress è una abilità fondamentale per vivere bene.

Si tratta di acquisire una vera e propria abitudine di “igiene” di vita: esattamente come il lavarsi i denti tutti i giorni.

Prenditi ogni giorno qualche minuto tutto per te, impara ad usare una semplice tecnica di rilassamento.

 

Anche sul mio CD ne trovi alcune molto efficaci.

Impara a volerti bene davvero. L’unico modo che hai a disposizione per fare al meglio il tuo dovere, al lavoro così come in famiglia, è quello di essere sempre il meglio, in perfetta forma psicofisica. Il tempo che investi su te stesso è fondamentale per vivere davvero a pieno una vita ricca di soddisfazioni in tutti i campi.

 

Condivido volentieri una storia trovata sul web un po’ di tempo fa…

 

C’era una volta un gruppo di persone che prendono lo stesso treno per andare nella stessa destinazione. Si ritrovano nello stesso scompartimento e, dato che non si conoscono, ognuno si siede sul suo posto prenotato e comincia a organizzare a suo modo il tempo del viaggio.

 

Un signore accende il suo computer e comincia a scrivere, non sappiamo se lettere d’amore o di lavoro; un giovane prende i suoi giornali e comincia a leggerne uno; uno straniero si mette a guardare fuori dalla finestra; una signora inizia a leggere un libro, segnando con un evidenziatore le parti più interessanti; un altro signore comincia un cruciverba e un altro ancora segna qualcosa sulla sua agenda.

 

Il treno va, macina i suoi chilometri. A un certo punto si ferma, in aperta campagna.

Intanto lo straniero e il giovane con i giornali si sono addormentati e continuano beati a dormire, senza nemmeno accorgersi dell’inopportuna fermata. Il signore col computer, sembra talmente assorto da ciò che sta scrivendo che si limita a dare uno sguardo fugace al di fuori e poi riprende la concentrazione su quello che sta facendo. La signora che leggeva e il signore che faceva il cruciverba cominciano a chiedersi quali possano essere le cause della fermata non prevista. Il signore che guardava l’agenda comincia a sbuffare, a guardare l’orologio, a fare dei commenti tra sè e sè e ogni tanto lo si sente pronunciare “Non è possibile. Ogni volta è così; non ci si può mai fidare delle ferrovie. In che paese incivile viviamo”.

 

I suoi commenti non stimolano risposta in nessuno dei presenti nello scompartimento: due continuano a dormire, due hanno ormai iniziato a conversare piacevolmente scambiandosi opinioni sulla letteratura, cinema, teatro e l’altro è preso dai suoi impegni.

 

Lui è l’unico ad agitarsi, sospirare, criticare. Ogni tanto si alza per vedere se passa qualche bigliettaio cui chiedere informazioni o contro cui inveire. Continua a guardare l’orologio ed è sempre più agitato, innervosito. Sembra che niente possa calmare la sua ira crescente. Gli altri non si fanno contagiare dalle sue lamentele e dal suo alzarsi, sbuffare uscire dallo scompartimento, guardare dall’altra parte del finestrino, rientrare, accasciarsi nuovamente guardare l’orologio in una concatenazione di comportamenti che alimentano la sua agitazione. I due che conversano si scambiano sguardi d’intesa e proseguono nell’approfondimento della conoscenza reciproca.

 

Finalmente il treno riparte, prosegue la sua corsa e arriva, in ritardo, a destinazione. Con una notevole differenza tra i passeggeri. I due che dormivano arrivano riposati e rilassati; l’uomo che lavorava arriva soddisfatto di ciò che ha prodotto durante quel tempo regalato; le due persone che hanno conversato si sono dati appuntamento per cenare insieme la sera stessa. L’uomo che per tutto il tempo si è agitato arriva stanco, innervosito, sudato, non a causa del ritardo del treno ma a causa del suo modo di utilizzare il tempo regalatogli dal ritardo del treno…

——

 

Ti auguro di riuscire a goderti la vita che desideri e raggiungere, rilassatamente, tutti i tuoi obiettivi.

A presto!!!

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Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendo. 
Aristotele 

 

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Prenditi cura di te. Te lo meriti davvero!

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    carlo porcu
    Febbraio 17th, 2012 at 3:56 pm

    Bella, divertente e sopratutto reale questa storia, spesso capita di trovarsi
    in situazioni simili, e vedere persone che si rovinano letteralmente la giornata e il fegato per qualcosa che non è colpa di nessuno, e che non ci si può fare niente. Purtroppo spesso l’emotività è più forte della ragione.

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    Filomena Palumbo
    Febbraio 19th, 2012 at 3:19 pm

    Molto carino l’articolo. Porta a riflettere sul serio sul nostro modo di reagire alle situazione e su quello che cogliamo da ogni evento. Siamo sempre noi che possiamo dare un senso negativo o positivo.
    Ciao Giovanni
    Buona domenica a tutti

    Filomena Palumbo

    Rispondi

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