E’ meglio fingere di essere forte o ammettere la tua debolezza?

E’ meglio fingere di essere forte o ammettere la tua debolezza?

A volte lo stress nasce anche dal non manifestare a pieno la propria essenza

Qualche sera fa ero a cena a casa di una coppia di amici. D’un tratto il figlio più “grande” di 5 anni, fa irruzione nella stanza piangendo a dirotto. Era caduto e si era sbucciato il ginocchio. Più che il dolore reale, (una bella botta, un po’ di sangue ma nulla più…) era visibilmente spaventato.

Ormai sei un ometto, devi essere forte, non è nulla, non piangere per questa sciocchezza, sai quante volte io e la mamma ci siamo fatti male? E poi, che figura fai con Carletto, lui è più piccolo, devi dare l’esempio!

Non sono un esperto nell’educazione dei bambini e non entro nel merito dell’opportunità o meno di un simile approccio per gestire la caduta del bimbo. Questo episodio mi ha fatto un po’ riflettere sulla vita di noi “grandi…”

Devi essere forte

Che tu sia un genitore, un professionista, uno studente, un imprenditore, o qualsiasi altra cosa, non puoi permetterti di essere debole. Non puoi crollare, non puoi ammettere di avere un problema, di aver bisogno di un aiuto, devi essere una guida, un punto di riferimento, devi dare l’esempio... giusto???

BALLE!!!

Se da una parte è vero che in alcune circostanze non è opportuno dare segni di cedimento, per il ruolo che si ricopre o per mille altri motivi, credo fermamente che possa soltanto portare benefici ammettere talvolta di sentirsi deboli, di aver bisogno di una mano. Credo non solo che sia segno di maturità, ma anche che possa essere a volte la soluzione migliore per affrontare una situazione che potrebbe finire con l’incancrenirsi.

Questo è valido sia per problemi sul lavoro, che per questioni personali, economiche, familiari, di salute o di cuore.

Evitare gli eccessi…

Se da una parte va evitato un atteggiamento “lamentoso”, di passività, vittimismo, inferiorità e immobilismo, (e quante ce ne sono di persone che vivono costantemente così…), credo che sia altrettanto rischioso un approccio da supereroe forte ed invincibile del tipo “io basto a me stesso, non ho bisogno di nessuno e nessuno è in grado di aiutarmi”.

La saggezza non è più saggezza quando diviene troppo orgogliosa per piangere, troppo grave per ridere, e troppo piena si sé per chiedere aiuto. (Kahlil Gibran)

Quello a cui resisti persiste…

Prendi contatto con quella parte di te che a volte si sente debole ed inadeguata. Riconoscila, accettala, e vedrai che lentamente inizierai a sentirti un po’ meglio. Capisco che a volte può non essere piacevole ammettere, prima di tutto a se stessi, la propria debolezza. A volte può essere la scelta migliore. A volte può essere proprio questa ammissione, il tuo atto di forza.

Non c’è niente di male nel chiedere aiuto. Magari valutando bene a chi rivolgersi. Amici e parenti, quelli che ci vogliono davvero bene, sono sempre pronti a dare una mano, (anche se non sempre sanno come aiutarci…. 😉 )

Puoi anche trovare risposte in un buon libro, o rivolgerti ad un bravo coach o terapeuta o frequentare uno dei tanti corsi di crescita personale. Quando si attraversano momenti difficili, è inutile fingere di essere forti.

Tu non hai bisogno di fingere che sei forte,
non devi sempre dimostrare che tutto sta andando bene,
non puoi preoccuparti di ciò che pensano gli altri, se ne avverti la necessità piangi
perché è bene che tu pianga fino all’ultima lacrima
poiché solo allora potrai tornare a sorridere

(Paulo Coelho)

Lo stress lo si combatte anche così. Tu non devi dimostrare niente a nessuno. Non sei chiamato alla perfezione, non devi essere forte.

Puoi scegliere di lavorare su te stesso per rafforzarti, per crescere, per imparare, per migliorare quello che non ti soddisfa. La scelta è la chiave di tutto. Se lo vivi come un obbligo, come un “devo per forza”, c’è il rischio che possa accumulare una tale dose di stress da rendere ancora più difficile affrontare qualsiasi situazione.

Un piccolo esercizio per capire se è il momento di chiedere aiuto

  • Scala 0–10: quanto è intenso lo stress oggi?
  • Da quanto dura? (giorni, settimane, mesi)
  • Impatto: sonno, concentrazione, relazioni, lavoro (cosa sta peggiorando?)
  • Hai già provato qualcosa? Se sì, cosa ha funzionato e cosa no?

Se lo stress resta alto (≥7) per più di 2–3 settimane e impatta su sonno/relazioni/lavoro, è un buon segnale per chiedere supporto (un professionista, un medico, uno psicologo o un coach qualificato).

Se fai fatica ad ammettere che hai bisogno di aiuto, prova a fare così:

  • Prendi carta e penna.
  • Scrivi tre situazioni recenti in cui ti sei sentito sopraffatto, stanco o “solo contro tutto”.
  • Poi chiediti: “Se un amico fosse al mio posto, gli direi di cavarsela da solo o lo incoraggerei a chiedere aiuto?”

Spesso ciò che neghiamo a noi stessi è proprio quello che riconosciamo come necessario per gli altri. Accettare supporto, quindi, non è debolezza: è un atto di cura verso di te.

Domande frequenti

Chiedere aiuto è segno di debolezza?

No. È un atto di consapevolezza e responsabilità: riconoscere i propri limiti permette di proteggere la salute e trovare soluzioni più efficaci.

A chi posso rivolgermi se mi sento sopraffatto?

Medico di base, psicologo/psicoterapeuta, counselor o coach qualificato. Valuta anche i servizi territoriali o i consultori della tua zona.

Come capisco se è il “momento giusto” per farmi aiutare?

Se lo stress compromette sonno, relazioni, concentrazione o umore per diverse settimane, è un buon momento per chiedere supporto.

Mostrare emozioni al lavoro è rischioso?

Serve equilibrio: autenticità e rispetto dei contesti. Confrontati con persone fidate e, se necessario, chiedi supporto professionale.

Per approfondire

Libro consigliato

Il coraggio di non piacere di Ichiro Kishimi e Fumitake Koga – un libro molto bello invita a accettare se stessi con i propri limiti e trovare la forza nell’onestà emotiva e nella vulnerabilità e incoraggia a riconoscere le proprie debolezze come parte della crescita personale e della maturità. Puoi trovarlo qui

Leggi anche

Fai un passo in più

Scarica gratuitamente lo Special Report di Vivere Rilassatamente e ricevi via email il mini‑corso Fast Relax con esercizi semplici per ritrovare calma e presenza.

Vuoi un percorso guidato? Scopri il corso Vivere Rilassatamente LIVE o il CD – Digital Edition.

Aiuta un amico a rilassarsi. Condividi l'articolo.

Giovanni Annunziata

Facilitatore del benessere

Giovanni Annunziata è un formatore e coach specializzato nella crescita personale e nella gestione dello stress.

Fondatore del progetto "Vivere Rilassatamente", si dedica da anni all'insegnamento di tecniche per migliorare la qualità della vita e ottimizzare le performance individuali.

Il suo approccio combina discipline olistiche e pratiche formative in un'esperienza pratica e coinvolgente per apprendere strategie efficaci nella gestione dello stress e nel raggiungimento del benessere psicofisico.

Scarica GRATUITAMENTE il report gratuito "Tecniche segrete di Rilassamento" e attiva il corso via email "Fast Relax".


Lasciando la tua mai oggi riceverai subito in regalo due utilissimi OMAGGI:

  • Lo special report "Tecniche segrete di rilassamento", in formato digitale in .pdf per aiutarti a fare ogni giorno i tuoi esercizi di rilassamente

  • Il corso "Fast Relax" con consigli pratici via email da applicare ogni giorno per ridurre lo stress nocivo, ritrovare equilibrio interiore, serenità e tornare a vivere con entusiasmo e produttività.

Scarica GRATUITAMENTE il report gratuito "Tecniche segrete di Rilassamento" e il corso via email "Fast Relax".

No spam. Potrai cancellarti con click.

Ispirazioni per vivere la vita che hai sempre sognato.

Unisciti al gruppo Telegram Vivere Rilassatamente per ricevere gratuitamente spunti di crescita personale, tecniche di benessere e consigli pratici per realizzare (rilassatamente) i tuoi obiettivi.

Scopri come trasformare la tua vita con piccoli passi quotidiani!