Ti è mai capitato di sentirti inutile, svuotato, come se la vita avesse tolto qualcosa a te e al tuo futuro?
Ci sono giorni in cui tutto sembra andare storto: il lavoro che non dà soddisfazioni, i rapporti che vacillano, i soldi che non bastano mai, le domande sul senso della tua vocazione. In quei momenti ci si sente “accartocciati”, come se il proprio valore fosse diminuito.

Eppure non è così.

Permettimi di condividere una bella storia che, tanti anni fa, qualcuno ha raccontato a me. Sono sicuro che ti piacerà.

Il tuo valore

Un ragazzo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrova con una sua amica in un bar per prendere un caffè. Depresso, scaricò su di lei tutte le sue preoccupazioni… e il lavoro… e i soldi… e i rapporti con la sua compagna… e la sua vocazione!… Tutto sembrava andar male nella sua vita.

L’amica introdusse la mano nella borsa, prese un biglietto da 50 EURO e gli disse:
— Vuoi questo biglietto?

Il ragazzo, un po’ confuso all’inizio, le rispose:
— Certo… sono 50 EURO, chi non li vorrebbe?

Allora la ragazza prese il biglietto in una mano, lo strinse forte fino a farlo diventare una piccola pallina accartocciata e, mostrandogliela, gli chiese un’altra volta:
— E adesso, lo vuoi ancora?

— Non so cosa pretendi con questo, però continua ad essere 50 EURO. Certo che lo prenderò se me lo dai.

La ragazza spiegò il biglietto, lo gettò al suolo e lo stropicciò ulteriormente con il piede, riprendendolo quindi sporco e segnato:
— Continui a volerlo?

— Ascolta, — rispose lui — continuo a non capire dove vuoi arrivare, però è un biglietto da 50 EURO, e finché non lo rompi, conserva il suo valore…

— Devi sapere — ribatté lei — che anche se a volte qualcosa non esce come vuoi, anche se la vita ti piega o accartoccia, continui a essere tanto importante come lo sei stato sempre. Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà, e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento.

Il ragazzo si paralizzò guardando l’amica senza dire una parola, mentre l’impatto del messaggio entrava profondamente nella sua testa.

La ragazza mise il biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso complice disse:
— Prendilo, ritiralo perché ti ricordi di questo momento quando ti senti male… però mi devi un biglietto nuovo da 50 EURO per poterlo usare con il prossimo amico che ne abbia bisogno.

Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso la porta.

Il ragazzo tornò a guardare il biglietto, sorrise e, con una nuova energia, chiamò il cameriere per pagare il conto…

La vera domanda da farsi

Quante volte dubitiamo del nostro valore, di cosa meritiamo davvero e di quello che possiamo ottenere se ci impegniamo?
La verità è che il valore non si perde mai. Possiamo sentirci piegati, sporchi, graffiati, ma continuiamo a valere.

La domanda non è “Perché mi sento così fragile?”, ma piuttosto:
👉 “Quanto valgo davvero?”

E la risposta non dipende da ciò che accade fuori, ma da ciò che riconosciamo dentro di noi. Ogni segno che porti con te non è una macchia: è la prova che sei vivo, che stai imparando, che stai crescendo.

Il biglietto della storia non viene mai distrutto: può solo cambiare forma. Così anche tu.
Ogni volta che la vita ti accartoccia, hai due possibilità: restare a terra o rialzarti con la consapevolezza che vali comunque.
E quando accetti questa verità, inizi ad agire in linea con il tuo valore, non con le tue paure.

Tu non sei i tuoi comportamenti.
Non sei i tuoi errori, i tuoi risultati o quello che pensano gli altri.

Tu sei la persona che può scegliere continuamente come comportarsi.
Puoi imparare dagli errori, correggere i tuoi comportamenti, pensare con la tua testa, essere te stesso ed esprimere la tua unicità, a prescindere da quello che pensano gli altri.

Non permettere a niente e a nessuno di sminuire il tuo valore.

📖 Lettura consigliata

👉 I sei pilastri dell’autostima di Nathaniel Branden – un libro che ti aiuta a rafforzare la fiducia in te stesso e a costruire basi solide per la tua autostima.

Per approfondire:

Per approfondire il tema della resilienza, ti consiglio questo articolo (in inglese):
Resilience Is About How You Recharge, Not How You Endure – Harvard Business Review

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