Vivere o sopravvivere? La scelta è nostra
Vivere o sopravvivere? La scelta è nostra
Siamo abituati a correre. Sempre di fretta, sempre connessi, sempre pronti a rispondere all’ennesima notifica che ci richiama al dovere. Ma fermiamoci un attimo: questa vita che stiamo vivendo… è davvero nostra?
La realtà che la maggior parte delle persone vive ormai col pilota automatico, trascinati da routine e condizionamenti che, di fatto, privano della responsabilità della scelta.
Il modello di sviluppo in cui siamo immersi ci spinge verso il consumismo sfrenato, l’omologazione e i ritmi frenetici. Ci abitua a pensare che più cose facciamo, più valiamo, ci porta a dare importanza ad oggetti costosi e, il più delle volte, superflui; ci spinge ad assomigliare gli uni con gli altri, sacrificando talenti, passioni, gusti e bisogni personali. Siamo diventati campioni di multitasking, sempre pieni di impegni, ma senza mai sentirci davvero presenti, soddisfatti o davvero realizzati.
Il paradosso? Siamo iperconnessi, ma sempre più soli. Abbiamo tecnologie che dovrebbero semplificarci la vita, ma ne siamo diventati schiavi e la vita ce la stiamo rovinando da soli.
I numeri di un disagio silenzioso
Non è solo una sensazione. I dati ci raccontano una realtà difficile:
- Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i disturbi d’ansia e depressione sono aumentati del 25% negli ultimi anni.
- In Italia, circa il 40% dei lavoratori soffre di stress cronico. (sintesi da survey europee/italiane recenti)
- Secondo il recente rapporto Ipsos per la Giornata Mondiale della Salute Mentale 2024, lo stress colpisce in modo significativo soprattutto donne e giovani, confermando l’allarme crescente sulla salute mentale a livello nazionale e internazionale [Ipsos, 2024]
- Le malattie psicosomatiche (gastriti, insonnia, cefalee) sono in crescita costante.
- L’uso eccessivo dei social contribuisce ad alimentare ansia e senso di inadeguatezza, soprattutto tra i più giovani.
E intanto, mentre le persone faticano a ritrovare serenità, il pianeta soffoca: inquinamento, risorse esaurite, diseguaglianze sociali che si allargano, città sempre più invivibili, conflitti e crisi su scala globale.
Viviamo dentro un sistema che divora risorse e persone allo stesso tempo; un modello che pensa al benessere di pochi sulla pelle di tutti gli altri. Dietro a questo disagio silenzioso e alle nostre vite frenetiche, c'è un modello economico che è segnato da una disuguaglianza estrema, dove una piccolissima minoranza di persone detiene una quota sproporzionata della ricchezza mondiale. L'1% più ricco della popolazione globale possiede quasi la metà della ricchezza totale, mentre la ricchezza di un pugno di miliardari supera quella della metà più povera del pianeta. Questa concentrazione non solo perpetua le diseguaglianze, ma è anche alimentata da politiche fiscali, eredità e sistemi economici che favoriscono costantemente i più ricchi, lasciando indietro la maggioranza.
La domanda scomoda
La vera domanda è: vogliamo davvero continuare così? O vogliamo provare a cambiare?
Perché, anche se a volte lo dimentichiamo, abbiamo un potere immenso: quello di scegliere.
Il potere di scegliere
- Possiamo scegliere di rallentare.
- Possiamo scegliere di spegnere il telefono per un’ora e tornare a guardare negli occhi chi ci sta accanto.
- Possiamo scegliere stili di vita più sani, rispettosi di noi stessi e del pianeta.
- Possiamo scegliere cosa comprare e cosa no.
- Possiamo scegliere di unirci e far sentire la nostra voce, influenzando governi e multinazionali.
Non è utopia, è responsabilità. Se ognuno di noi fa la sua parte, se ognuno decide di prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente… allora davvero possiamo cambiare le cose.
C’è una frase che ripeto spesso, perché credo che racchiuda il senso di tutto:
“Uniamo i nostri sforzi e il mondo sarà ogni giorno un pochino migliore.”
Può sembrare un impegno troppo grande per essere mantenuto. Ma ricorda: ogni maratona inizia sempre compiendo il primo passo.
Piccoli passi per iniziare subito
Non serve stravolgere la vita da un giorno all’altro. Ogni cambiamento nasce da piccoli passi. Ecco alcuni suggerimenti concreti:
- Allenati alla consapevolezza. Chiediti ogni giorno: “Questa scelta mi fa stare meglio o peggio?” Sembra banale, ma questa domanda ribalta prospettive.
- Guida con l’esempio. Non aspettarti che gli altri cambino se tu per primo non dai un segnale diverso. Le persone ascoltano i fatti, più che le parole.
- Pratica la leadership personale. Assumiti la responsabilità della tua vita, senza scaricare colpe all’esterno. Chiediti sempre “Io cosa posso fare per”. È una domanda potente e “rivoluzionaria”.
- Coltiva relazioni sane. Non serve avere centinaia di contatti. Basta avere persone con cui condividere valori, esperienze, progetti; persone con cui sognare insieme, con cui “fare squadra” unendo gli sforzi e le risorse.
- Scegli la semplicità. Spesso il benessere nasce nel togliere, non nell’aggiungere.
Come dico spesso nei miei corsi: non siamo foglie trascinate dal vento. Siamo alberi con radici profonde. E su queste radici che dobbiamo costruire le nostre esistenze.
“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”
— Mahatma Gandhi
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Giovanni Annunziata
Giovanni Annunziata è un formatore e coach specializzato nella crescita personale e nella gestione dello stress.
Fondatore del progetto "Vivere Rilassatamente", si dedica da anni all'insegnamento di tecniche per migliorare la qualità della vita e ottimizzare le performance individuali.
Il suo approccio combina discipline olistiche e pratiche formative in un'esperienza pratica e coinvolgente per apprendere strategie efficaci nella gestione dello stress e nel raggiungimento del benessere psicofisico.
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