Grida, urla e pensieri: il rumore che ci allontana dalla comprensione
Grida, urla e pensieri: il caos che portiamo dentro
Ieri ero in auto, come spesso bloccato nel traffico. Di solito ne approfitto per lasciare andare la mente, o ascoltare un po’ di musica per trasformare quei momenti fastidiosi in un po’ di sano e prezioso relax.
Ieri non ho potuto fare a meno di notare quanta gente sia davvero tesa, nervosa e stressata. Automobilisti arrabbiati, volti contratti… Situazioni apparentemente banali che si trasformano in veri e propri scenari di stress urbano. L’auto e gli ingorghi sembrano quasi amplificare gli aspetti peggiori del carattere, trasformando anche le persone più tranquille e pacifiche, in violenti e terribili guerrieri sterminatori.
Litigi urbani: la distanza nei cuori
All’incrocio, un caos di clacson e urla. Due automobilisti inferociti, paonazzi in volto, si scambiano insulti di ogni genere. Le vene che pulsano sui loro colli sono uno spettacolo triste, quasi grottesco.
La scena, già surreale, degenera quando da una delle auto esce una signora corpulenta, ben vestita, seguita da due bimbetti spaesati. Senza alcun filtro, comincia a lanciare maledizioni al suo "avversario", come in un duello verbale d’altri tempi.
Ovviamente non mancano i soliti passanti, attratti come mosche dal miele: tifosi dell’una o dell’altra parte, spettatori compiaciuti, quasi fossimo al Colosseo, ai tempi dei gladiatori…
Insomma, la solita triste follia metropolitana. Nulla di nuovo sotto il sole.
Una scena come tante, purtroppo. Ma sempre la stessa domanda mi sorge dentro:
com'è possibile perdere così tanto il controllo? Cosa si rompe, dentro, quando urliamo così?
Quando le parole distruggono, l’ascolto ricostruisce
È così anche nelle relazioni: quando siamo arrabbiati, alziamo la voce non per essere ascoltati, ma perché non riusciamo più a coprire la distanza tra i cuori. Come se gridando potessimo colmare quel vuoto improvviso che si è creato tra noi e l’altro.
Un giorno, lessi una riflessione semplice e potente:
"Le persone dimenticheranno ciò che hai detto, dimenticheranno ciò che hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire."
Ed è vero. Non ci ferisce solo l’azione, ma il significato profondo che le attribuiamo, l’eco emotiva che lascia dentro di noi. Spesso ci sentiamo giudicati, non visti, ignorati… e da lì, tutto precipita.
Allora la domanda da porsi, in ogni discussione, non è “Chi ha ragione?”, ma “Cosa sta succedendo tra i nostri cuori?”.
Perché il vero problema non è il parcheggio rubato, la porta lasciata aperta, il disordine in camera o il tono sbagliato di una frase…
È la disconnessione.
Il rumore di un litigio copre sempre un silenzio precedente: quello di bisogni non ascoltati, paure non dette, ferite non riconosciute.
Ecco perché servono pause.
Piccole, sagge interruzioni per respirare.
Per chiedersi: “Cosa sto davvero provando? E cosa sta provando l’altro?”.
Non per giustificare, ma per comprendere.
Perché quando riusciamo a ricollegarci, anche solo per un attimo, qualcosa cambia.
Si abbassano i toni.
Si sciolgono le tensioni.
Si riapre la porta al dialogo.
Non serve essere santi. Basta essere umani… ma con il coraggio di fermarsi prima dell’urlo.
Per scegliere una strada diversa.
Quella dell’ascolto.
Quella del cuore.
Un modo efficace per farlo?
Scaricare lo stress in eccesso.
Con semplici tecniche di rilassamento puoi ottenere benefici profondi e duraturi:
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più serenità nella gestione delle relazioni.
È semplice, eppure pochi lo fanno davvero.
Ma se ci provi… giorno dopo giorno noterai la differenza.
In questo articolo ti parlo di una semplice e potente tecnica che puoi utilizzare tutti i giorni
Ci hai mai pensato? A cosa serve davvero alzare la voce?
Voglio condividere con te una storia che porto nel cuore da tanto tempo e che sono sicuro ti piacerà. Una riflessione che, da sola, vale più di mille consigli.
Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.
“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.
“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?”
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
“Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’un l’altro.D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?
Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola.
A volte sono talmente vicini che neanche parlano, solamente sussurrano.
E quando l’amore è più intenso non è nemmeno necessario sussurrare: basta guardarsi.
I loro cuori si intendono.È questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”
Infine il pensatore concluse:
“Quando voi discuterete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino.
Non dite parole che li possano distanziare di più,
perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta
che non troveranno più la strada per tornare.”
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Giovanni Annunziata
Giovanni Annunziata è un formatore e coach specializzato nella crescita personale e nella gestione dello stress.
Fondatore del progetto "Vivere Rilassatamente", si dedica da anni all'insegnamento di tecniche per migliorare la qualità della vita e ottimizzare le performance individuali.
Il suo approccio combina discipline olistiche e pratiche formative in un'esperienza pratica e coinvolgente per apprendere strategie efficaci nella gestione dello stress e nel raggiungimento del benessere psicofisico.
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